La confessione, atto di liberazione
25 Febbraio 2022 By wp_149152

La confessione, atto di liberazione

L’immenso dono di Gesù

Molti interpretano la confessione solo come un atto di umiliazione. Prevale quindi l’aspetto della vergogna e della soggezione nel confessare le proprie colpe a un “altro”.

Se invece riflettiamo su questo atto di immensa misericordia da parte del Padre, potremo accorgerci che è qualcosa di più.

Gesù ha detto chiaramente di essere venuto a portare la Salvezza. Di conseguenza la Chiesa si è sentita in dovere ed è legittimata a continuare ad amministrare il ministero del perdono anche dopo il Battesimo (“A chi rimetterete i peccati saranno rimessi …”).

Sebbene l’indicazione fosse chiara, il contenuto è stato recepito per gradi. In un primo tempo la grazia del perdono veniva concessa una sola volta, dopo di che il peccatore veniva lasciato nella misericordia del Signore, ma non poteva più ricorrere alla Penitenza.

Per fortuna di noi peccatori, il significato è stato successivamente compreso nella sua pienezza, e possiamo ricorrere ai confessori senza limiti.

Vediamo però insieme cos’è la confessione nel suo significato salvifico profondo.

Si tratta di un sacramento efficace che riporta nelle condizioni di prima dell’atto commesso, con l’ammissione di aver avuto la possibilità di agire differentemente.

È il penitente stesso a divenire soggetto etico nella sua libertà. Siamo dunque di fronte ad una CONVERSIONE.

Ma c’è di più. Non solo si beneficia del perdono, ma si comprende in questo atto del fatto che DIO PERDONA.

È un aspetto questo molto importante, che se ben compreso, esclude ogni forma di disperazione. Dio perdona anche ciò che non non ci perdoneremmo, e quello che non ci perdoniamo.

In tutto ciò emerge l’atto di fede che si compie nella confessione e nella Penitenza.

L’uomo (il peccatore), prende coscienza dunque del male, e si riconosce, attraverso l’aver peccato, di essere stato incapace di amare. Ecco perché è indispensabile ammettere i propri errori e le proprie miserie.

Si entra nell’ottica del Timor di Dio, che NON È PAURA, perché DIO È IL BENE, ma è l’ammissione dei nostri limiti.

Il percorso

Dobbiamo renderci inoltre conto che esiste un percorso. Il Sacramento non è magia, ma segno efficace.

I passi sono quattro:

  • Presa di coscienza della condizione di peccato, anche superando la superbia ci tenta a minimizzarlo.
  • Seria volontà di cambiare (conversione).
  • La Comunità cristiana attraverso il sacramento impartito dal sacerdote riammette in sé il peccatore.
  • Il perdono di Dio, attraverso il sacerdote, libera e restituisce integrità.

La Chiesa è quindi l’elemento di mediazione.

Dobbiamo però essere anche consapevoli che il perdono di Dio non un costo o un prezzo: è dovuto alla gratuità del suo amore. L’uomo deve solo collaborare col suo pentimento sincero e la volontà di cambiare.

È semplice quindi riconoscere che non ha senso avere soggezione di confessare i propri peccati: il tutto riconduce ad uno degli aspetti più sublimanti dell’uomo, ovvero la propria integrità umana e la propria dignità. Insomma: la vera e tanto ricercata LIBERTÀ.