La vita eterna implica una risposta a cos'è il tempo
8 Settembre 2022 By wp_149152

La vita eterna implica una risposta a cos’è il tempo

Un’esistenza in cui il tempo non esiste

Il tempo. Cos’è in realtà il tempo?

Sant’Agostino disse: “Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so”.

Possiamo immaginare un luogo senza tempo, senza dunque passato, presente, futuro? Un luogo in cui i secondi, i minuti e le ore a cui attribuiamo una funzione insostituibile, non trascorrono.

La prima immagine è quella di un immobilismo assoluto, di un eterno “nulla”, perché se ci fosse qualcosa immaginiamo che il tempo scorrerebbe.

Eppure a dirci che esiste una condizione in cui il tempo non esiste, non è solo la religione, ma anche la scienza.

È un fenomeno fisico che rientra nella “singolarità”. La teoria del Big-Bang formula uno status in cui non solo il tempo non esiste, ma non c’è neppure lo spazio.

Sono concetti difficili, a cui l’uomo è giunto attraverso la conoscenza. Ed ecco che parlare di vita eterna diviene allora più facile, e sicuramente meno incredibile di quanto molti ipotizzino.

Lo stesso concetto di Dio è accettato dal pensiero umano, anche ateo, fin dagli albori della filosofia. Parmenide indagò l’ “UNO”.

L’uomo ha a disposizione i sensi per rapportarsi con il mondo esterno, ma ha anche il pensiero e la capacità di ragionare. I sensi sono quello che oggi in Economia chiameremmo “Centri di raccolta” di informazioni, che poi il cervello si occupa di elaborare. Secondo Cartesio il pensiero arriva addirittura ad essere l’unica prova della nostra esistenza: “Cogito ergo sum”, penso per cui sono.

Col pensiero l’uomo si è dato ragione circa l’esistenza di Dio, al quale ha attribuito meriti e addirittura colpe. Ma in filosofia il Dio cattivo e incostante ha avuto vita breve: ha trovato spazio l’idea di un Dio misericordioso, che purtroppo nel comune sentire del popolo non si è affermato se non con la venuta di Gesù.

La parola “eterno”, quindi, non deve spaventarci o farci pensare che sia impossibile. Piuttosto occorre concentrasi sul suo significato, perché purtroppo la si confonde con “immortale”.

Essere immortale significa avere avuto un inizio e non avere una fine. Essere “eterno” è invece qualcosa di diverso. Significa non avere avuto neppure un inizio. Dio si colloca in questo ambito: esisteva già quando il tempo e lo spazio non esistevano ancora, ovvero in un fenomeno di “singolarità”: la prima di esse, e in quanto prima, anche irripetibile.

La Fede tocca la Scienza, e la Scienza tocca la Fede, in relazione alle proprie specifiche funzioni. Se la Scienza tenta di spiegarci il come, con la Fede tentiamo di capire il perché.

La Scienza infatti non ci dice perché siamo qui: solo la Fede può spiegarlo: siamo qui perché la bontà immensa di un Dio buono e misericordioso è traboccata da Lui: non si può dimostrare amore se si è soli.

L’attesa della vita eterna (che per noi è vita immortale) non è dunque una chimera, ma una fondata speranza, che diverrà certezza quando non avremo più bisogno della Fede perché vedremo con gli occhi del nostro corpo glorioso.

E se nella vita immortale non ci sarà né tempo né spazio, significa che non la vivremo in un luogo, ma in una condizione di assoluta pienezza di gioia e partecipazione, ovvero nel ritorno ad essere inseriti in colui che ha creato tempo e spazio.