L’ascolto della parola di Dio è via di salvezza
L’errore di interpretare la Parola come un banale consiglio
«Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». (Dalla liturgia)
«Fate attenzione a come ascoltate». Perché? Ci sono forse diversi modi di ascoltare? Non basta tenere le orecchie aperte? È in base a come si ascolta che si verrà giudicati.
A chi ha sarà dato: l’ascolto vero della parola di Dio, quello che porta frutto, è quello di chi, dopo aver ascoltato la parola di Dio (e l’insegnamento della Chiesa che ne è l’interprete autentico) agisce, fa la volontà di Dio.
Chi obbedisce alla parola di Dio è colui che capisce che questa parola non è un parere tra i tanti, ma è la verità su Dio e sulla nostra vita, e che le cose che ci chiede di fare o di non fare non sono un consiglio, ma un ordine, che ci serve a vivere bene questa vita e a salvarci l’anima.
«A chi ha sarà dato»: chi ha è chi, al termine della vita, ha portato frutti di bene, e gli sarà dato molto di più di quello che ha portato. «A chi non ha – al contrario – sarà tolto anche quello che crede di avere».
E chi sono questi? Sono quelli che si illudono di salvarsi perché ascoltano la parola di Dio, frequentano in qualche modo la Chiesa, ma non cercano di vivere come piace a Dio.
Per loro, come dice la parabola della casa sulla roccia, la porta sarà chiusa, e quel giorno la voce del Signore dirà loro: «non vi conosco».