Perché si agitano le palme?
Alle origini della tradizione di giubilo del popolo di Israele
La Domenica delle Palme è consuetudine far benedire i tralci di palma, quasi sempre finemente lavorati, insieme a ramoscelli di ulivo.
Molti pensano che sia esclusivamente la rievocazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, a dorso dell’asinello e destinato poi alla crocifissione, alla morte e alla resurrezione.
Questa convinzione è sicuramente vera, ma anch’essa deriva evidentemente da un uso ebraico stabilito in precedenza.
Va innanzitutto precisato che la palma era simbolo di vittoria tra i Greci e i Romani, ma nella nostra tradizione si riferisce alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”.
In quel frangente gli ebrei usavano partecipare massicciamente ad un pellegrinaggio nella capitale per recarsi poi processionalmente al tempio, portando in mano il “lulav” che era un mazzetto composto da piccoli tralci di tre alberi: la palma (fede) presente con quattro rami verdi e quindi tratti dal centro dell’albero, l’hadas (mirto), presente con tre rami a indicare la preghiera e l’aravot (salice), che simboleggiava il mutismo che prende di fronte a Dio. Il mazzo veniva arricchito con l’etrog, ovvero un tipo di cedro (citrus medica) che era privo di difetti e rappresentava l’unità di Israele come beneficio per l’intera terra.
Quelli illustrati in foto sono probabilmente i lulav agitati dai fanciulli ebrei all’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Durante la processione i partecipanti intonavano l’Hoshana (Osanna) che inneggiava alla liberazione dall’Egitto.
Da notare che la tradizione indicava quella festa come momento della manifestazione del Messia.
Dunque, nella Domenica delle Palme, noi non ricordiamo “solo” l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ma la effettiva manifestazione del Messia, Salvatore del mondo. Gesù ci diede un altro indizio della sua potenza, cavalcando un asinello (simbolo di umiltà) invece di un cavallo come i conquistatori.
L’asino infatti è la cavalcatura utilizzata in tempo di pace, e si conforma a quanto scritto sulla Genesi e nella profezia di Zaccaria nella comparsa del re messianico.
A questo proposito è bene ricordare anche che furono stesi dei mantelli sul cammino di Gesù, una consuetudine usata per coprire i gradini di un’ascesa al trono.