Il peccato contro lo Spirito Santo
Dio si manifesta misericordioso: la scelta è nostra!
«Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
(Dalla liturgia).
«Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato». Che senso ha questa frase? Ciò che non viene perdonato non è una brutta parola detta contro lo Spirito Santo, piuttosto l’atteggiamento di chi si mette volontariamente fuori dalla possibilità di essere raggiunto dall’azione di salvezza del Signore. La dottrina della Chiesa ha catalogato il peccato contro lo Spirito Santo in sei atteggiamenti: disperazione della salvezza (chi crede seriamente che non potrà più salvarsi), presunzione di salvarsi senza merito (chi ritiene cioè che si salverà comunque senza fare nulla di buono agli occhi di Dio o vivendo abitualmente nel peccato), impugnare la verità conosciuta, (chi avendo ricevuto la grazia della fede cristiana ne mette in dubbio la verità), invidia della grazia altrui, ostinazione nei peccati (chi non si impegna seriamente per cambiare le proprie cattive abitudini), impenitenza finale, propria di chi, fino all’ultimo istante della propria vita, rifiuta di accogliere l’amore misericordioso di Dio. Come si vede non si tratta di peccati veri e propri, ma degli atteggiamenti di chi si mette volontariamente fuori dall’amore misericordioso di Dio. Nessun peccato è tanto grande agli occhi di Dio da non poter essere perdonato, quando una persona capisce di avere sbagliato, chiede perdono e si propone seriamente di cambiare. Ma Dio, che ci ama tantissimo, non obbliga nessuno a ricambiare il suo amore. Ha tanto rispetto per noi che preferisce perderci che costringerci ad accettare in suo amore.