Come il Primo Comandamento parla dell’Amore
“Non avrai altro Dio all’infuori di Me”
Cari ragazzi del Catechismo Vicariale.
Come abbiamo visto e sentito da Don Enrico e da “San Giuseppe” nel corso dello scorso incontro di Catechismo, la parola AMORE è molto presente nel Vangelo.
La incontriamo anche quando non abbiamo occasione di leggerla direttamente.
Abbiamo scoperto l’amore di San Giuseppe nei confronti di Dio Padre e della persona di Gesù. L’abbiamo trovato nella vita di Giuseppe, nel suo accogliere il Figlio e nel custodire la Santa Vergine, sua moglie.
Il Papa ha scritto un’Enciclica, ovvero una lettera aperta indirizzata a tutto il mondo, che si intitola “Deus Caritas est” (Dio è Amore).
Se ripensiamo allora al Primo Comandamento, tutto torna!
Dopo essersi presentato a Mosè (“Io sono il Signore Dio tuo”), il Padre ha iniziato a elencare i COMANDAMENTI, il primo dei quali è “Non avrai altro Dio all’infuori di me”.
Sembra una frase semplice, ma in realtà “nasconde” tanti significati.
Naturalmente vuol dire che non c’è un altro Dio all’infuori del Padre, ma se ragioniamo troviamo anche altri motivi.
Non avere altro Dio all’infuori del Padre significa anche non costruirsi degli idoli.
Gli idoli, ragazzi, una volta erano dei simboli che i popoli costruivano perché pensavano che potessero proteggerli. Erano frutto di superstizione, e Dio invitava quindi a non essere superstiziosi.
Oggi i popoli non costruiscono più degli idoli, ma adorano le cose. Il denaro, per esempio, è diventato come un dio: la gente sarebbe disposta a tutto per il denaro. Un altro idolo dei nostri giorni è la fama. Sappiamo bene che molte persone sarebbero disposte a fare ogni peccato pur di diventare famosi.
Ecco quindi che per rispettare il Primo Comandamento, noi dobbiamo tenerci lontani anche da queste tentazioni. Questo non vuol dire che occorre rifiutare i soldi o la fama. Significa solo che a queste cose dobbiamo dare il giusto valore, che è sicuramente inferiore a quello di Cristo.
Ma nel Primo Comandamento c’è un significato ancora più profondo. Abbiamo visto due cose:
- È preceduto da Dio che dice: “Io sono il Signore Dio tuo”
- Il Papa ha scritto: “Dio è Amore”
Dio si presenta e ci dice che È AMORE
Ecco quindi qual è l’insegnamento: Non dobbiamo avere nessun altro Dio che Lui, che è Amore.
Voi, da ragazzi intelligenti, avete capito che in “Deus Caritas Est”, Deus vuol dire DIO, Est vuol dire È, e Caritas significa AMORE.
Caritas era il modo con cui i Romani e i Latini in genere indicavano l’amore gratuito, ovvero quel modo di amare che è come quello della vostra mamma, che vi ama senza aspettarsi nulla in cambio.
Vi invito quindi a leggere e a comprendere questa frase della Scrittura:
“La carità è paziente, è benigna la carità; la carità non invidia, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità; tutto tollera, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.
Non abbiate quindi paura della CARITÀ perché non significa solo donare, ma è soprattutto AMORE.
Bellissimo!! Grazie
Bellissime riflessioni comprensibili ai ragazzi e non solo.