La parabola dei vignaioli assassini
Quali e quanti sono i modi di “uccidere” Cristo?
La parabola del Vangelo di oggi una storia un po’ improbabile, ma racconta per filo e per segno le vicende del popolo ebraico.
Dio ha amato in modo speciale questo popolo, ma esso è stato ingrato: al suo amore gli Ebrei hanno risposto uccidendo prima i servi (i profeti) e poi il Figlio (Gesù Cristo).
Ma questa parabola riguarda anche noi, che viviamo in nazioni di antica evangelizzazione. Anche noi rifiutiamo gli appelli di Dio. Anche noi uccidiamo Cristo, e se non possiamo farlo nella carne, lo facciamo escludendo il suo messaggio dalla nostra vita, sia privata (il nostro modo normale di vivere: le nostre famiglie non vivono più generalmente seguendo gli insegnamenti del Vangelo) che pubblica (lo stesso discorso vale per la scuola, il mondo del lavoro, la vita politica).
Se non ritorneremo a mettere l’insegnamento di Cristo e della Chiesa al centro della nostra vita, sia privata che pubblica, anche noi faremo la fine del popolo ebraico: il regno di Dio ci verrà tolto e verrà dato ad altri. Ad altri popoli, ad altre nazioni, ad altre culture, che sapranno trarre dal messaggio del vangelo quegli immensi frutti di bene che nei secoli e nei decenni passati sono sbocciati da noi.