Sfatiamo i falsi miti: Chiesa e Economia
8 Maggio 2024 By Enrico Cannoletta

Sfatiamo i falsi miti: Chiesa e Economia

Gestione del denaro e cosa dice la Dottrina Sociale della Chiesa

Purtroppo la disinformazione sta facendo danni, ai nostri giorni in modo particolare a causa della diffusione dei social e dell’accesso diretto o indiretto all’informazione attiva da parte di persone non qualificate, a loro volta poco informate, e alcune in malafede.

La Chiesa viene accusata di appartenenze politiche, di comportamenti malsani e quant’altro. In realtà alla base di queste convinzioni ci sono delle inesattezze di fondo e non poca confusione.

Molti sono convinti che la Chiesa predichi la distribuzione indiscriminata dei propri beni alla comunità, Papa Francesco è stato accusato di voler eliminare la proprietà privata: due affermazioni senza fondamento!

La Dottrina Sociale della Chiesa, che ognuno può studiare e verificare, consente la proprietà privata e la approva in quanto strumento per dare alle famiglie la sicurezza economica, che è indispensabile per vivere in modo sereno il dono di Dio che è la vita terrena.

L’equivoco sulla distribuzione sorge quando la Chiesa invita (giustamente) a non abusare della proprietà privata: se si possiedono molti beni deve sorgere l’esigenza della solidarietà con i fratelli. Si tratta dunque di una presa di coscienza e di responsabilità dovuta al riconoscere di essere stati beneficiari di molti doni e di saper condividerli, a partire dal superfluo.

Ma l’indicazione della Chiesa non si ferma alla solidarietà, in quanto considera gli uomini fratelli in cammino e in crescita, materiale, morale e spirituale. L’obiettivo è la sussidiarietà, ovvero arrivare attraverso la solidarietà a creare le condizioni necessarie affinché ogni uomo possa mantenersi autonomamente.

Quindi la Chiesa NON è comunista o fascista, e neppure di destra, di sinistra o di centro: propone i comandamenti di Dio.

L’altro grande equivoco si basa sui beni dello Stato Vaticano.

Certamente si tratta di cifre importanti, ma la maggior parte di questi beni sono in opere d’arte che la Chiesa ha conservato e salvato attraverso i secoli. Sarebbe una pazzia pretendere che lo Stato Italiano vendessi ad esempio il Colosseo per far fronte a bisogni. E sarebbe astruso anche dal punto di vista economico perché tapperebbe un buco ma non la causa dello squarcio.

Allo stesso modo la Chiesa gestisce beni artistici, ma anche il denaro. Papa Francesco ha operato un grande cambiamento di rotta su questa gestione, ma già in passato, tutti i Papi degli ultimi decenni hanno predisposto le cose in modo da modificare gestioni che apparissero speculative.

Le finanze vaticane sono impostate in modo da poter fruttare per poter raggiungere il maggior numero di casi bisognosi di supporto solidale e/o sussidiario.

La Chiesa, come tutte le istituzioni, è umana, e di conseguenza formata da uomini. E non è detto che questi siano tutti perfetti, ma neppure tutti onesti. Se qualcuno sbaglia (e molti lo hanno fatto) non significa che il sistema sia sbagliato: significa che esistono uomini disonesti, e questa non è una novità.

La Chiesa elargisce milioni e milioni in assoluto silenzio, mentre fanno grancassa i casi di alcuni disonesti. La Chiesa non accumula per accumulare, ma fanno rumore quelli che vivono nel lusso.

L’invito è quello di leggere la Dottrina Sociale della Chiesa, per rendersi conto della realtà e sfuggire al qualunquismo e al riduzionismo relativista di coloro che criticano senza conoscere.