«... e li inviò a due a due»: un invito significativo
14 Febbraio 2025 By Don Enrico Giovannini

«… e li inviò a due a due»: un invito significativo

San Gregorio Magno individuò in ciò il rapporto tra amore del prossimo e amore di Dio

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
(Dalla liturgia).

«Li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi». Il discepolo ha un compito preciso; preparare la venuta del Signore. Il discepolo ha il compito di preparare il terreno perché il Signore possa recarsi ad incontrare le persone. In sostanza deve predisporre le anime ad incontrare Gesù, insegnando ad amare Dio compiendo la sua volontà («chi mi ama osserva i miei comandamenti»), guarendole dalla dipendenza dal peccato, che è la malattia dell’anima, che rovina la nostra vita allontanandoci da Dio. Il discepolo non lavora in proprio, non ha interesse che le persone si affezionino a lui, ma vuole unicamente far sì che le persone che incontra siano predisposte a incontrare e a conoscere fruttuosamente Gesù.

Ma perché li invia a due a due? Un’interessante riflessione in proposito la fece San Gregorio Magno, Papa e dottore della Chiesa, vissuto più di 1400 anni fa.

Li mandò a due a due, secondo l’interpretazione di questo grande Papa, perché due sono i precetti dell’amore: ama Dio e ama il prossimo. Per cui due sono gli inviati, perché la predicazione nasce dall’amore. Se chi annuncia Cristo non lo fa con amore, amore per Dio e amore per il prossimo, non sta annunciando Cristo, ma solo se stesso.